La Vipera

Vipera o serpente innocuo?
chiediamolo al dr Edoardo Gonzaga

Su 3500 specie di serpenti conosciute, solo 300 sono velenose e sono divise in 5 famiglie: Elapidi, Crotalidi, Colubridi, Idrofidi e Viperidi. In Italia in particolare le specie presenti sono quattro. La Sardegna è l’unica regione in cui la vipera non è presente.
La Vipera aspis o vipera comune, diffusa sulle Alpi e sugli Appennini, predilige luoghi caldi e asciutti; di indole mite, fugge se molestata.
La Vipera berus o marasso palustre, diffusa in montagna, è piuttosto aggressiva.
La Vipera ammdytes o vipera dal corno, si trova nelle Alpi Orientali.È poco aggressiva, ma il suo veleno è il più pericoloso.
La Vipera ursinii, si ritrova nel Gran Sasso, è la meno velenosa ed aggressiva.
IDENTIFICAZIONE: Alcune specie di vipere hanno caratteristiche molto distintive e sono facilmente riconoscibili, altre sono estremamente variabili e di difficile identificazione Comunque le caratteristiche principali da osservare sono: aspetto generale, profilo del muso (schiacciato, rivolto all’insù il corno sul naso), disegno caratteristico, se possibile la grandezza delle squame del capo e altri particolari minori della squamatura della testa
CARATTERISTICHE: la vipera è un serpente lungo meno di un metro (generalmente 40- 80 cm), di colore grigio-marrone, talora rossastro o giallastro, con una striscia a zig-zag sul dorso. La testa è triangolare ed è più larga del corpo, occhio a fessura verticale; presenta una coda che finisce bruscamente dopo il corpo cilindrico.
Vipera aspis (Linnaeus, 1758)
DOVE SI TROVA: Il suo habitat ideale sono le pietraie, i cumuli di sterpi, l’erba alta, soprattutto delle zone esposte al sole e nelle giornate di sole caldo, talvolta possono anche nuotare. Non attacca mai se non viene disturbata, in genere perché pestata o perché si sente minacciata da una mano che le si è avvicinata incautamente.
L’80% dei morsi è accidentale, mentre il 20% avviene in seguito alla manipolazione del rettile.
ALIMENTAZIONE E ABITUTDINI: Le temperature alle quali preferisce esporsi sono tra i 15 e i 35 gradi, quindi i mesi dell’anno in cui è più facile incontrarla sono tra maggio e settembre: infatti in inverno è solita andare in letargo, per risvegliarsi in primavera. Tutte le specie sono attive di giorno ma la maggior parte diventa almeno parzialmente notturna quando la temperatura è abbastanza alta. Alcune specie risultano tipicamente arboricole. Insidiano i mammiferi e gli uccelli minori, e anche sauri e anfibi, ma non danno la caccia ai pesci. I viperidi sono più di tutti gli altri ofidi velenosi, frequentemente cacciano dalla tana, colpiscono le prede che passano e poi ne seguono la traccia odorosa fino a ritrovare la vittima ormai inerme per effetto del veleno
RIPRODUZIONE – L’accoppiamento ha luogo in primavera, poco dopo la ripresa dell’attività, oppure in autunno, se le condizioni climatiche lo permettono. La durata della gestazione è variabile e la velocità di sviluppo degli embrioni dipende dalla temperatura. La vipera comune è vivipara e dà alla luce piccoli già completamente formati in alcuni casi fino a 20, subito in grado di uccidere e ingollare le prede come gli adulti. Alla nascita i piccoli sono lunghi da 18 a 21 cm e vengono dati alla luce all’interno di covi sicuri come insenature tra rocce o cavità alla base di alberi.
IL MORSO: La gravità dell’avvelenamento dipende dalla quantità di veleno iniettato; con un morso viene inoculato il 4-7% della quantità del veleno. Ci possono essere anche 20-30 attacchi successivi, fino a scaricare del tutto le ghiandole velenifere.
Il quadro clinico varia in base alla:
1. sede del morso
2. tempo trascorso dal morso
3. temperatura ambientale (il caldo, per la vasodilatazione, facilita il passaggio in circolo del veleno)
4. attività svolta dalla vittima dopo il morso ( se la vittima inizia a correre aumenta il passaggio in circolo)
5. età del rettile (le vipere giovani hanno un veleno meno pericoloso).
Oltre ai segni locali, in relazione alla dose, alla zona interessata e alla taglia del soggetto, si aggiungono i segni generali con turbe emodinamiche, digestive, coagulative, renali e neurologiche.
Circa il 20% dei morsi di serpente sono morsi “secchi” in cui non vi è alcuna inoculazione di veleno.
Il veleno è essenziale per la vita del rettile, quindi la vipera tende a non sprecarlo mordendo l’uomo. Ecco perché a volte si ha evidenza della sede di puntura, ma non c’è comparsa di sintomi sistemici!
COME RICONOSCERE IL MORSO.
Il segno caratteristico è la presenza di 2 piccoli fori distanziati di 0,5-1 cm, più profondi degli altri, corrispondenti ai segni lasciati dai denti veleniferi.
Talvolta il morso può presentare anche altri segni: oltre ai fori dei denti veleniferi, infatti, può essere presente il segno lasciato dagli altri denti, molto meno profondo ed evidente. Il morso di altri serpenti non velenosi, non presenta i due fori maggiori, ma il segno dell’intera arcata dentaria, a forma di V.
PREVENZIONE: consiste nel porre la massima attenzione a dove si mettono le mani senza protezione (ad esempio durante la ricerca di funghi, asparagi).
Ricordo a questo proposito che la vipera non attacca ma si difende solo se disturbata da vicino e alla presenza dell’uomo reagisce primariamente con la fuga
SOCCORSO
1. E’ indispensabile che la ferita venga immediatamente detersa con acqua ossigenata, bisogna inoltre cercare di far uscire più sangue che si può dai fori della ferita (NON succhiate, rischiate di intossicarvi). Esistono in commercio anche degli “estrattori”, cioè delle pompette che permettono di risucchiare parte del veleno senza incorrere in auto avvelenamenti.
2. Effettuate un’incisione, sulla zona che presenta i fori dei denti della vipera,con una lama un taglio a x, in modo da consentire un abbondante sanguinamento. Se la morsicatura è su un arto, è consigliabile stringerlo con un laccio, ma ricordarsi di liberare l’arto ogni 10-15 minuti per evitare l’ischemia.
3. tenere a riposo la vittima e tranquillizzarla evitare per quanto possibile che cammini, perché l’attività muscolare favorisce la diffusione del veleno.
4. I farmaci antiistaminici e cortisonici (uso anche preventivo, nei casi di alto indice di probabilità che si tratti di morso di vipera) sono utili nei casi in cui insorgano fenomeni allergici.
5. Il siero antivipera, può essere non solo inutile, ma anche in molti casi pericoloso, per l’elevato rischio di anafilassi.
6. Un ulteriore strumento di neutralizzazione del veleno è rappresentato dal dispositivo a scarica elettrica portatile (ECO-SAVE)
7. Portare il cane subito dal veterinario

Dr Edoardo Gonzaga
Medico Veterinario